Riconoscere le buche
La nostra mente è costantemente preda di agguati, di tranelli, di buche e di possibili scivoloni.
Quella che noi consideriamo la nostra barca più salda e che, rispetto al cuore, viene considerato il nostro strumento più affidabile, in realtà così tanto affidabile non è. Non per colpa sua, o meglio, non perché abbia dei difetti strutturali, perché ci sia qualcosa che non va, perché sia difettoso, ma perché è uno strumento che ha determinate funzioni ben specifiche a cui noi, nel corso del tempo, invece, abbiamo chiesto e forse abbiamo obbligato a svolgerne altre che esulano dal suo campo specifico.
Quella che noi consideriamo la nostra barca più salda e che, rispetto al cuore, viene considerato il nostro strumento più affidabile, in realtà così tanto affidabile non è. Non per colpa sua, o meglio, non perché abbia dei difetti strutturali, perché ci sia qualcosa che non va, perché sia difettoso, ma perché è uno strumento che ha determinate funzioni ben specifiche a cui noi, nel corso del tempo, invece, abbiamo chiesto e forse abbiamo obbligato a svolgerne altre che esulano dal suo campo specifico.
Questo è il primo motivo per cui la mente… mente!
È come se noi ci affidassimo ad un software di calcolo perché ci dica quel colore di vestito ci sta meglio addosso. Lui può anche rispondere, ma è molto probabile che la risposta sia basata su qualche concetto che niente ha a che fare con i canoni estetici o con il buon gusto.
In questo caso, quindi, questo software ci starebbe “mentendo”, “ingannando”, ma non perché funziona male o perché ha qualche difetto, ma semplicemente perché gli stiamo chiedendo di fare qualcosa che non gli compete.
Anche alla nostra mente (e in questo caso restringo il termine alla mente razionale) chiediamo di fare tantissime cose che non le competono di principio motivo per il quale i risultati che ne otteniamo sono spesso scarsamente soddisfacenti, anzi, spesso fallimentari. Il punto è che, purtroppo, siamo così abituati e convinti nell’utilizzo di questo strumento e della bontà dei suoi risultati, che li accettiamo senza battere ciglio e senza accorgerci che in realtà ci stanno portando fuori strada.
Non riconosciamo le buche.
Le paure sono un perfetto esempio di tutto ciò: una paura è una proiezione della mia mente, un “film”, una sequenza di pensieri e di immagini che provengono dalle capacità logiche (creativamente logiche mi verrebbe da dire), della nostra mente.
Ma non sono reali, mai.
Credendoci, cadiamo nella buca.
E una volta dentro la buca, agiamo come se tutto ciò fosse reale, ci comportiamo, pensiamo, parliamo come se questo insieme di proiezioni squisitamente mentali, questo mondo delle ombre, fosse reale.
E non solo come singoli, ma come famiglie, come comunità, come società.
Viviamo preda di illusioni collettive che ci costringono a muoverci in determinate direzioni, prendere determinate decisioni.
Ma non sono reali, mai.
Credendoci, cadiamo nella buca.
E una volta dentro la buca, agiamo come se tutto ciò fosse reale, ci comportiamo, pensiamo, parliamo come se questo insieme di proiezioni squisitamente mentali, questo mondo delle ombre, fosse reale.
E non solo come singoli, ma come famiglie, come comunità, come società.
Viviamo preda di illusioni collettive che ci costringono a muoverci in determinate direzioni, prendere determinate decisioni.
Riconoscere di essere nella buca è il primo passo per uscirne.
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